Genius Loci 2008 - mostra d'arte ambientale itinerante
Presenze mimetiche all'Isola Palmaria

recensione di Jizaino, 2 agosto 2008


"Genius Loci 2008"
Mostra d'arte ambientale itinerante
Isola Palmaria - La Spezia
dal 31 luglio al 13 settembre 2008, chiuso il lunedì
http://www.geniusloci2008.org/[]>


L'esposizione viene definita itinerante, in quanto alcune opere sono poste lungo il breve tragitto tra il molo d'imbarco del Terrizzo e il Forte Umberto I.

Le opere esposte all'esterno sono molte meno di quelle presenti nel forte, anche perché alcune sono state spostate all'interno, diversamente da quanto mostrato dalla cartina dell'itinerario.
Pertanto, siccome il forte apre solo dalle 17.00, il mio consiglio è quello di approdare in prima mattinata e godersi una giornata nella splendida natura dell'isola.


Vista dell'Isola Palmaria con la Cala Grande

La mostra è accompagnata da una serie di eventi serali che si terranno al forte ogni sabato fino al 6 settembre, e attività didattiche per bambini ogni giovedì fino al 28 agosto.


La mostra

La mostra dà ampio spazio ad opere di giovane Arte, principalmente di nomi non molto noti, salvo alcuni quali Stefano Cagol.

Il tema portante, su cui gli artisti sono stati invitati ad esprimersi, è l'ambiente.
Un genius loci, nella cultura dell'Antica Roma, è un'entità soprannaturale che costituisce l'anima di un luogo. Secondo l'antica religione ogni luogo aveva un suo spirito, un genio, e quindi una sua identità.

Appena si approda, direttamente sul molo, troviamo le sculture in marmo di Sibylle Pasche, dalle forme essenziali ma anche contaminate da complesse e delicate traforazioni.
Qui ci imbattiamo subito nella maleducazione e disinteresse verso l'Arte da parte dei turisti in visita all'isola: difatti le sculture vengono utilizzate come sedili, su cui lasciano anche salire i bambini con le scarpe, nonché, dopo soli due giorni di esposizione, avevano intorno diverse cartacce e coppette di gelato...


"Riflesso di Stelle", Sibylle Pasche, 6 pezzi in marmo bianco di Carrara 50 x 70 x 80 cm

Da qui si potrebbe continuare il percorso lungo l'itinerario, ma personalmente consiglio, a quanti vogliano prima visitare la Palmaria, di compiere il giro dell'isola e quindi visitare la fortezza per prima, giungendo dalla parte opposta.
Arrivando dall'alto di Punta della Marinella si può vedere il tetto del forte, su cui doveva trovarsi, come mostrato nelle foto sul sito di Genius Loci (http://www.geniusloci2008.org/), l'opera site-specific di Stefano Cagol intitolata "WAR RAW" consistente in una enorme parola WAR scritta specularmente. Arrivando al forte si constaterà che il progetto è stato sostituito da un ben più ridimensionato bandierone all'ingresso della mostra.
In ogni modo l'opera di Cagol parla palesemente della pesante presenza militare sull'isola; infatti girando per i suoi sentieri ci si imbatte ovunque in cartelli di divieto d'accesso a zone militari. La Palmaria è stata un'avamposto su cui vennero erette da sempre fortezze a scopo bellico, tra gli ultimi anche una batteria di cannoni della seconda guerra mondiale.
Sulla Palmaria vennero anche girate scene del famoso film del 1961 "I cannoni di Navarone".

Un'altra opera che parla della militarizzazione dell'isola è quella di Francesco Ricci, posta lungo l'itinerario esterno. Si tratta dell'installazione "Summer Camping", consistente in una tenda militare addobbata con festoni e con un secchiello da spiaggia sull'entrata. Evidentemente Ricci si è ispirato alla realtà dell'isola, dove è possibile trovare campeggi dotati di tende militari e stabilimenti balneari di proprietà militare.

Sempre lungo l'itinerario troviamo anche gli "Ometti" di Grazia Cantoni, che però lasciano perplessi, in quanto dall'Artista ci si poteva aspettare opere fotografiche di buon livello, mentre ha preferito costruire materialmente i soggetti. Gli ometti, nel gergo alpinistico, sono delle piccole o grandi cataste di pietre poste a scopo segnaletico lungo sentieri non ben tracciati.

Inoltre in altre parti dell'isola si incontrano numerosissimi ometti di pietra, per cui non si sa se ci si trova di fronte all'opera dell'Artista, o ad opere di turisti in vena di emulazione o di critica, o anche a segnali già presenti da tempo (poco probabile, siccome i sentieri sono segnati da cartelli o segni di vernice).



Dentro la fortezza troviamo altre opere plastiche di Grazia Cantoni e Sibylle Pasche; quindi incontriamo diversi dipinti e installazioni di Raffaello Gori e Luca Bray, i quali si sono entrambi ispirati alla natura, le sensazioni e i colori dell'isola.


Raffaello Gori, "Cytherea", acrilico su carta velina e
"Te specula", polistirene, ferro e plexiglass

Luca Bray, "Una casa para mi papà"
olio su tela 294 x 200 cm


Nel centro dello stabile si trovano le installazioni di Lisa Batacchi intitolate "Ascoltare il silenzio" realizzate cucendo federe per cuscini degli abitanti dell'isola e accompagnate dalla registrazione dei loro racconti personali.
Peccato che il sistema di amplificazione gracchiante non permetteva di capire alcune parole.
Nell'immagine a fianco, la sagoma realizzata con le federe è quella dell'isola; sullo sfondo si intravedono le opere plastiche di Niccolò Poggi che realizza i suoi lavori in ceramica, resina, nikel o alluminio, che sono il risultato di uno studio formale del Disegno della Natura.

Troviamo anche le opere di Carmen Tornaboni, che nuovamente lasciano perplessi: nelle immagini del sito della mostra vengono mostrate sue interessanti sculture in marmo, ma nel forte troviamo un'installazione intitolata "L'uovo di Colombo", consistente in alcuni bozzoli di rete metallica che probabilmente non sono il miglior biglietto da visita con cui un bravo scultore può presentarsi a chi non lo conosce.

Ma sembra che l'isola abbia portato alcuni artisti a riconsiderare la primitiva essenza della Natura selvaggia, facendogli scegliere materiali poveri e realizzare soggetti semplici. Anche Niccolò Poggi si presenta dapprima con una installazione, posta fuori dal forte, che non è rappresentativa delle sue ottime capacità tecniche, confermate invece dalle opere presenti all'interno.

Tra le altre opere troviamo anche alcune animazioni interessanti; la prima è un video in retroproiezione su carta intitolata "La pioggia" di Andrea Chiodo, il quale, ecletticamente, in quest'opera unisce pittura, video e componimento musicale. L'opera è molto poetica e alterna impressioni e sensazioni che riescono ad estraniare come le gocce di pioggia che scorrono dietro al vetro di una finestra.


"La pioggia", Andrea Chiodo, video-installazione

Quindi troviamo il cortometraggio in stop-motion "Domenica mattina" di Giovanni De Gara, si tratta di un racconto palesemente naturalista che, con spirito naïf, denuncia la prevaricazione del consumismo sull'equilibrio del pianeta Terra.
De Gara, come riportato sul sito della mostra, è un Artista solitamente avvezzo al disegno in stile primitivista col quale si esprime su tematiche sociali contemporanee.


"Domenica mattina", Giovanni De Gara, video


Conclusioni

Le opere e gli artisti presenti sono sufficientemente variegati in modo da suscitare interesse ad un ampio pubblico. Eventualmente la mostra può lasciare delusi nel caso in cui abbiate preventivamente visitato il suo sito, perché in alcuni casi disattende le aspettative con opere differenti e non al livello di quelle mostrate in rete.

In ogni modo, trattandosi di una mostra ad ingresso gratuito, è sicuramente il caso di approfittarne, anche per passare una giornata nella splendida natura dell'Isola Palmaria, tra un tuffo al mare e una escursione panoramica.

Una nota di demerito va comunque a chi gestisce l'isola Palmaria, inserita nel Parco Naturale Regionale di Portovenere: i sentieri, in piena stagione turistica, sono a tratti invasi da piante e rovi, diversi cartelli e segnali dei sentieri non sono leggibili, o portano in zone interdette da ambigui cartelli militari; addirittura in una cartina informativa è indicato erroneamente il "VOI SIETE QUI" presso il Forte del Muzzerone posto... sulla terraferma!

Jizaino -